Navigazione

Valorizzazione del burro italiano

Il 24 maggio chiederemo ad alcuni produttori se sia il momento di valorizzare il burro italiano e quali strategie si dovrebbero implementare. La valorizzazione del burro italiano dovrebbe partire da una maggiore consapevolezza da parte del consumatore. Il burro è...

immagine in evidenza

Il 24 maggio chiederemo ad alcuni produttori se sia il momento di valorizzare il burro italiano e quali strategie si dovrebbero implementare. La valorizzazione del burro italiano dovrebbe partire da una maggiore consapevolezza da parte del consumatore. Il burro è un co-prodotto derivante dalla produzione dei formaggi duri DOP, orgoglio della tradizione casearia nazionale. Il mercato del burro in Italia è diviso in tre grandi canali: il retail, mercato in cui si vendono circa 43mila tonnellate di burro per un valore al consumo di 400 milioni di euro, l’Ho.Re.Ca. e l’industria.

Per quanto riguarda GDO e negozi, è il consumatore che sceglie il burro da acquistare. Su questo fronte, più che negli altri canali, gioca un ruolo fondamentale la valorizzazione della marca. Nell’Ho.Re.Ca. e nell’industria la valorizzazione è meno visibile al consumatore, che usufruisce di un prodotto finito in cui il burro è solo uno degli ingredienti.

Qualche dato di mercato


Il mercato del burro, con le sue oltre 20,5 milioni di famiglie e una penetrazione dell’82%, ha sviluppato nella distribuzione moderna di circa 35.800 tonnellate per un fatturato di 335 miliardi di euro nel 2020, registrando un aumento a volume del +14,0% e a valore del +9,4%. Nella prima fase del lockdown la categoria del burro ha visto un incremento a doppia cifra (+53,3% a volume e +51,2% a valore), dovuto al cambiamento del carrello della spesa determinato dai nuovi modelli di consumo “cuochi in casa” che hanno favorito il comparto fresco del libero servizio di cui fa parte il burro. La crescita è stata guidata da un aumento a doppia cifra del parco acquirenti pari a 17,3 milioni di famiglie (+19%). Da registrare anche un incremento della frequenza di acquisto (2,8 atti nel trimestre +13%).

La reale segmentazione di questo mercato continua a essere quella basata sui formati e le referenze più alto vendenti sono quelle che garantiscono battute di cassa inferiori o convenienza in termini di euro/kg. Le aziende hanno cercato, negli ultimi anni, di ampliare l’offerta soprattutto nelle aree benessere e intolleranze alimentari, anche se il peso è ancora marginale (7,1% del totale dei volumi del mercato). A fronte di una crescita di circa 26mila famiglie del comparto burro tradizionale, seppur con un peso nel mercato del burro ancora marginale continua la crescita a doppia cifra del segmento del delattosato (+23,8% a volume), ottenendo nell’ultimo anno l’apprezzamento di circa 2,4 milioni di famiglie (+272mila famiglie). Peso marginale all’interno della categoria anche per il segmento del biologico (2,2% a volume), ma con trend di crescita a doppia cifra (+12,0% a volume).

Iscriviti gratuitamente e amplia il tuo bagaglio di conoscenze! Iscriviti al convegno

Dettagli

27/03/2022

Condividi via

News correlate

Trasporto latte: l’importanza del controllo delle temperature

lun 04 aprile 2022

Controllo delle temperature, automazione, materiali idonei alle caratteristiche dei liquidi trasportati sono requisiti essenziali per assicurare il mantenimento dei parametri...

immagine in evidenza

Perché scegliere la blockchain

gio 31 marzo 2022

Garantire la tracciabilità, la trasparenza, di chi vuole “raccontare la storia” del proprio prodotto evidenziando la propria affidabilità. Le applicazioni...

immagine in evidenza

Produzione e consumo

mar 02 maggio 2023

L’OCSE-FAO Agricultural Outlook 2022-2031 fornisce una valutazione delle prospettive decennali per i mercati delle materie prime agricole e del pesce...

immagine in evidenza
Scoprile tutte
Al convegno mancano
giorni
ore
minuti
secondi