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L’avvio degli effluenti zootecnici alla digestione anaerobica è la tecnologia più efficace per contenere le emissioni di gas ad effetto serra dall’allevamento. Di ecologia parleremmo giovedì 26 maggio, durante la terza giornata del convegno digitale LattePiù.
L’avvio degli effluenti zootecnici alla digestione anaerobica è la tecnologia più efficace per contenere le emissioni di gas ad effetto serra dall’allevamento. Di ecologia parleremmo giovedì 26 maggio, durante la terza giornata del convegno digitale LattePiù.
La materia organica degli effluenti, infatti, grazie ad una potenziale attività microbica molto elevata può generare notevoli quantità di metano. L’avvio diretto alla digestione anaerobica consente:
- di ridurre le emissioni dirette di metano dagli effluenti;
- ridurre le emissioni di ammoniaca e di protossido di azoto;
- la degradazione del 50-60% della materia organica e incremento del coefficiente di ammonificazione delle forme azotate;
- di produrre un biogas facilmente utilizzabile;
- di produrre un fertilizzante organico ad elevata efficienza agronomica (il digestato);
- di applicare con semplicità la codigestione.
Tutte le forme di effluenti zootecnici sono tecnicamente avviabili a digestione anaerobica, l’unico limite è rappresentato dalla distanza rispetto ad un impianto e dalla concentrazione energetica: è per tale ragione che nelle potenzialità di produzione di metano dell’agricoltura italiana gli effluenti zootecnici rappresentano una voce determinante. La digestione anaerobica degli effluenti dell’allevamento incide sull’impronta carbonica delle aziende da latte. Dal punto di vista ambientale, gli impianti di biogas a soli effluenti zootecnici permettono di accumulare un “credito” di gas serra in atmosfera sia per le emissioni evitate dallo stoccaggio degli effluenti, sia perché il biogas sostituisce fonti fossili per la produzione di energia.
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